"Sei vie per Santiago"

MARTEDì 27 OTTOBRE 2015

di Lydia B. Smith. Spagna 2013. 85’


Un brillante documentario che ti spingerà a camminare per cinquecento miglia. Per molti secoli, la gente ha viaggiato dalla Francia fino a Finisterre, la fine del mondo allora noto, lungo il Cammino di Santiago. Chi come pellegrino per fede, chi alla ricerca di una propria crescita spirituale ed interiore. Non è assolutamente un'impresa semplice, e nonostante questo solo nel 2010 più di 270.000 persone hanno tentato questo arduo ma meraviglioso camino di cinquecento miglia. Sei Vie per Santiago è un'esperienza di immersione totale che cattura e racconta le prove e le difficoltà che sei moderni pellegrini affrontano durante l'antico percorso, del Cammino di Santiago. I protagonisti del film sono persone di diversa età (dai sette ai settantrè anni), nazionalità, cultura e costumi. Per ognuno di loro il Cammino rappresenta qualcosa di diverso, ma per tutti è una sfida che affrontano per cambiare se stessi.

GENERE: Documentario
ANNO: 2014
REGIA: Lydia B. Smith
SCENEGGIATURA: Lydia B. Smith
PAESE: USA, Spagna
DURATA: 84 Min

1 commento:

  1. La recensione di Enzo Riccò

    “Sei vie per Santiago” di Lydia B. Smith

    “Sei vie per Santiago” è il secondo film della rassegna, sulle “Trame di carità nel cinema di oggi”, organizzato dall’Azione Cattolica in collaborazione con la Diocesi.
    Lidia B. Smith, regista del film, intraprende nel 2008, come scelta personale, il millenario cammino di Santiago. Questa esperienza la segnerà così profondamente da riportarla con una macchina da presa, dopo cinque anni, sulla lunga strada che dai rilievi montuosi del passo di Roncisvalle, attraverso 800 chilometri, conduce alla tomba di San Giacomo. Girerà più di trecento ore di pellicola, affiancandosi a vari pellegrini con rispetto e attenzione, attingendo dalla loro vita per un racconto che si fa strada narrata.
    Lo spettacolo del paesaggio spagnolo, con le bizzarrie di un tempo non sempre clemente, è accompagnato da testimonianze e riflessioni di chi è in cammino. C’è chi si lamenta per la fatica e il dolore, chi incoraggia e sostiene, chi esprime gioia in un pianto liberatorio. Tutti però manifestano vicinanza con semplici atti di aiuto: portare uno zaino, curare i piedi piagati, condividere del cibo in un clima di festa fraterna.
    Le sei vie del titolo non sono dunque strade diverse verso una meta, ma soggetti che percorrono la stessa strada con ritmo, passo, e soprattutto, motivazioni interiori diverse. Sei messe a fuoco, sei storie che la regista vuole offrirci per mostrarci un sforzo peregrinante che in realtà è un cammino dentro se stessi verso un cambiamento. Tutti infatti saranno portatori di una liberazione, o per meglio dire di un passaggio vitale purificato da una fatica condivisa.
    Ogni storia è contrassegnata da un oggetto che simbolicamente rappresenta questa pasqua esistenziale: il pane duro raffermo, la pietra lasciata sotto la Cruz de Ferro, lo zaino alleggerito, le scarpe donate dagli amici, il passeggino pesante e ingombrante, la girandola colorata.
    Wayne è rimasto recentemente vedovo e Jack è l’amico prete che lo accompagna in questa elaborazione del lutto. Il pane che spezzano con difficoltà, lungo la via, è segno della fatica di un dolore che attinge forza dalla condivisione di un’amicizia.
    L’americana Annie, competitiva e incapace di accettare i suoi limiti, appoggia sotto la croce una pietra che rappresenta tutto il peso della presa di coscienza di essere bisognosa di aiuto e incapace nell’umiltà di saperlo accettare.
    Misa si è scelta un compagno di strada che ha il suo stesso passo, ma uno zaino che è metà del suo. Comprenderà che occorre liberarsi del superfluo per andare all’essenzialità delle scelte importanti, come abbassare le difese davanti ad un tenero affetto.
    Thomas che parte con l’idea di fare una esperienza sportiva, scopre il dolore di un corpo che credeva potente, ma scopre anche l’amicizia generosa di giovani spagnoli che gli donano le loro scarpe con le quali può riprendere il cammino.
    Tatiana è una giovane ragazza madre che viaggia con il piccolo Alexis di soli tre anni. Spinge con fatica, nel fango e tra i sassi un passeggino che rappresenta tutto il suo desiderio di espiazione. Capirà, attraverso il fratello, burlone e non credente, che la fede è anche “leggerezza” dell’abbandono in un Dio misericordioso.
    E infine Sam è confusa, disorientata, rattristata da una vita che sembra girarle attorno senza senso, come la girandola che tiene conficcata nello zaino. La sua vita, convulsamente contorta su se stessa, le apparirà sul sagrato di Santiago, più chiara, più lineare tanto da essere portata ad una decisiva svolta.
    “Buen camino” è il saluto che viene rivolto a tutti, con sincerità fraterna, lungo questa antica strada. Esso diventa in questo film profezia di vero percorso dentro se stessi per andare verso gli altri.

    Enzo Riccò

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